Gramatica pedagogica elementare italiana

Dell'Abate Antonio Fontana

Autore:
Antonio Fontana | Fontana Antonio

Luogo:
Brescia | Brescia

Editore:
Tipografia Valotti | Tipografia Valotti

Anno: 1828

Tipo: Grammatica

Metalingua:
Italiano

Lingua oggetto:
Italiano

Consistenza: 416 pp.

Edizioni successive:

Gramatica pedagogica ad uso dei maestri elementari e delle madri di famiglia, Seconda edizione in gran parte rifusa. Tipografia Veladini e comp., Lugano; Tipografia P. Lampato, Milano, 1842. OPAC (della seconda edizione esiste anche una ristampa del 1847, presso la Tipografia Veladini e comp., Lugano. OPAC)

Gramatica pedagogica ad uso dei maestri elementari e delle madri di famiglia. Quarta edizione nuovamente riveduta dall'autore. Tipografia Veladini e comp., Lugano; Boniardi-Pogliani di E. Besozzi, Milano, 1859. OPAC

Refusi: il paragrafo 42 è assente; ci sono due paragrafi diversi numerati entrambi con 44; il paragrafo 139 è erroneamente segnato come 239. 

L’edizione è priva di indice. Questa la partizione dei contenuti:

§ 1. Del Nome. 13
§ 2. Del nome comune. 14
§ 3. Del nome proprio. 16
§ 4. Dei nomi maschili, e dei nomi femminili. 18
§ 5. Dell'articolo de' nomi sì maschili che femminili. 20
§ 6. Del numero singolare, e del numero plurale. 22
§ 7. Degli articoli nel numero plurale. 26
§ 8. Degli articoli determinativi ed indeterminativi nel numero singolare. 28
§ 9. Articolo indeterminato plurale. 31
§ 10. Delle voci accrescitive dei nomi. 34
§ 11. Delle voci diminutive dei nomi. 38
§ 12. Delle voci peggiorative dei nomi. 41
§ 13. Aggettivi indicativi. 44
§ 14. Aggiuntivi numerali. 47
§ 15. Aggiuntivi possessivi. 50
§ 16. Aggiuntivi qualificativi. 53
§ 17. Conclusione sugli aggiuntivi in generale. 55
§ 18. Aggiuntivi comparativi. 58
§ 19. Aggiuntivi superlativi. 62
§ 20. FAVOLETTA. Il Capretto, ed il Lupo. 66
§ 21. Del Verbo. 68
§ 22. Primo cenno sulla declinazione dei verbi. 71
§ 23. Del pronome Io. 73
§ 24. Del pronome Tu. 74
§ 25. Del pronome QUEGLI. 76
§ 26. Delle persone del singolare. 77
§ 27. Del numero singolare. 78
§ 28. Del pronome NOI. 79
§ 29. Del pronome voi. 81
§ 30. Del pronome QUELLI. 81
§ 31. Delle persone plurali. 83
§ 32. Del numero plurale nei verbi. 85
§ 33. Conclusione dei paragrafi antecedenti. 86
§ 34. Tutti i nomi sono di terza persona. 88
§ 35. Quali sieno i pronomi di terza persona. 90
§ 36. Gli aggiuntivi indicativi divengono pronomi. 92
§ 37. Del tempo presente. 95
§ 38. Tempo passato. 96
§ 39. Del tempo futuro. 98 
§ 40. Esercizio sui tempi antecedenti. 100
§ 41. Del tempo presente di passato. 102
§ 43. Del passato rimoto. 106
§ 44. Del tempo trapassato prossimo. 108
§ 44. Del tempo trapassato rimoto. 111
§ 45. Del tempo passato di futuro. 113
§ 46. Quanti siano i tempi. 116
§ 47. Si riassumono tutti gli otto tempi. 118
§ 48. FAVOLETTA. Il Gatto ed il Topo. 122
§ 49. Del Modo Indicativo, ossia Assoluto, e del Modo Soggiuntivo, ossia Dipendente. 123
§ 50. Come alcune voci del modo dipendente siano comuni al tempo presente, ed al futuro. 127
§ 51. Quali siano le voci dette di TEMPO PRESENTE le quali realmente sono comuni al tempo presente ed al tempo futuro. 128
§ 52. Voci del modo dipendente, ossia MODO SOGGIUNTIVO, le quali sono comuni al tempo presente, al tempo passato, ed al tempo futuro. Diconsi volgarmente vocı DI TEMPO PRESENTE DI PASSATO. 130
§ 53. Voci comuni al tempo passato, ed al tempo passato di futuro. Diconsi volgarmente voci di TEMPO PASSATO. 132
§ 54. Voci comuni al tempo presente di passato, al tempo passato, ed al tempo passato di futuro; diconsi volgarmente voci di TEMPO TRAPASSATO. 134
§ 55. Esercizio sul modo dipendente, ossia MODO SOGGIUNTIVO. 135
§ 56. Modo dipendente condizionale si dice comunemente MODO SOGGIUNTIVO CONDIZIONALE. 138
§ 57. Delle voci comuni al tempo presente, ed al tempo futuro, le quali diconsi volgarmente voci di tempo presente. 140
§ 58. Delle voci comuni al tempo passato, ed al tempро futuro di passato; diconsi volgarmente voci di tempo passato. 143
§ 59. Si riepiloga il Modo dipendente, ossia Soggiuntivo condizionale. 145
§ 60. Del Modo Imperativo. 147
§ 61. Di qual tempo siano le voci del MODO IMPERATIVO. 148
§ 62. Manca la prima voce del singolare in ogni tempo del MODO IMPERATIVO. 149
§ 63. Uniche voci che abbia il MODO IMPERATIVO. 150
§ 64. Voci del futuro del Modo assoluto, ossia Indicativo, usate in Modo imperativo. 151
§ 65. Voci del tempo passato di futuro del modo assoluto ossia INDICATIVO, usate nel tempo medesimo pel MODO IMPERATIVO. 153
§ 66. Conclusione su tutte le voci del MODO IMPERATIVO. 154
§ 67. Del Modo indefinito. 157
§ 68. Del tempo passato del Modo indefinito. 158
§ 69. Riepilogo di quanto fu innanzi detto sul MODO INDEFINITO. 159
§ 70. La voce del GERUNDIO è voce di Modo indefinito. 161
§ 71. Il Gerundio è un Modo Indefinito Pendente. 162
§ 72. Voce universale del Modo Indefinito Pendente la quale dicesi volgarmente Voce del GERUNDIO nel TEMPO PRESENTE. 163
§ 73. Voci di tempo passato nel Gerundio. 164
§ 74. Del PARTICIPIO in generale e particolarmente di quello finito in E. 166
§ 75. Del Participio finito in o. 168
§ 76. Come si distinguono fra loro i due Participj. 169
§ 77. Il Participio ha generi e numeri. 169
§ 78. Voei del Participio in ciascun genere ed in ciascun numero. 171
§ 79. Cosa è declinazione di un verbo. 172
§ 80. Declinazione del verbo TORNARE fatta sulle tracce del verbo GUARDARE. 173
§ 81. Modo Indefinito Pendente. Dicesi volgarmente GERUNDIO. 174
§ 82. PARTICIPJ. 175
§ 83. Modo Assoluto, dicesi volgarmente. 175
§ 84. Modo DIPENDENTE. Dicesi volgarmente MODO SOGGIUNTIVO. 180
§ 85. Modo dipendente condizionale. Dicesi volgarmente MODO SOGGIUNTIVO CONDIZIONALE. 183
§ 86. MODO IMPERATIVO. 184
§ 87. Prime osservazioni sui VERBI AUSILIARI che si sono incontrati nelle antecedenti declinazioni. 186
§ 88. I verbi ausiliari essere ed avere si possono declinare. Se ne fa prova in alcuni tempi. 187
§ 89. Passato prossimo, trapassato prossimo, e trapassato rimoto. 189
§ 90. Passiamo ora alle voci del tempo futuro, le quali troverete voi congiunte al participio nel tempo passato di futuro dei verbi GUARDARE E TORNARE. 192
§ 91. Modo dipendente. Dicesi volgarmente MODO SOCGIUNTIVO. Voci dei primi due tempi. 193
§ 92. Voci degli altri due tempi. 195
§ 93. MODO Dipendente Condizionale; ossia Modo Congiuntivo Condizionale. 196
§ 94. Modo Imperativo. 198
§ 95. Modo Indefinito. 199
§ 96. Modo indefinito pendente. Dicesi volgarmente GERUNDIO. 200
§ 97. Participj. 201
§ 98. I verbi AVERE ed ESSERE SONO verbi ausiliarj. 202
§ 99. Col verbo ausiliare AVERE il participio di qualsiasi verbo può essere immutabile. Col verbo ausiliare ESSERE il participio si muta nei generi e nei numeri. 203
§ 100. Quante siano le declinazioni dei verbi. 204
§ 101. Esposizione di ciascuna declinazione; ed indicazione della loro diferenza. 205
§ 102. Modo dipendente. Dicesı volgarmente MODO SOGGIUNTIVO. 214
§ 103. Modo dipendente condizionale. Dicesi volgarmente MODO SOGGIUNTIVO CONDIZIONALE. 218
§ 104. MODO IMPERATIVO. 220
§ 105. Modo Indefinito pendente. Dicesi volgarmente GERUNDIO. 222
§ 106. PARTICIPJ. 224
§ 107. Stabiliti la radice ed il participio, le altre varieta fra le declinazioni sono piccolissime. 216
§ 108. Verbi transitivi. 227
§ 109. Verbi intransitivi. 228
§ 110. I Verbi transitivi hanno due maniere per asserire la medesima cosa. 230
§ 111. I verbi intransitivi non hanno che una maniera sola per esporre la propria asserzione. 231
§ 112. La prima delle forme con cui i verbi transitivi esprimono la propria asserzione può chiamarsi forma diretta. Il verbo usato con questa forma dicesi volgarmente VERBO ATTIVO. 232
§ 113. La seconda delle forme de' verbi transitivi si può chiamare forma rovescia. Il verbo usato con questa forma dicesi VERBO PASSIVO. 234
§ 114. Come producesi la forma rovescia ossia la DECLINAZIONE PASSIVA dei verbi transitivi. 236
§ 115. I verbi transitivi nella forma diretta ossia DECLINAZIONE ATTIVA hanno sempre per ausiliare il verbo avere; nella forma rovescia ossia DECLINAZIONE PASSIVA, hanno sempre per ausiliare il verbo essere. 240
§ 116. Siccome i verbi intransitivi non possono avere che una forma sola ossia una sola declinazione; così altri di tali verbi valgonsi dell' ausiliare avere, altri dell' ausiliare essere. 242
§ 117. La particella se dà talora la forma rovescia ossia declinazione passiva al verbo transitivo. 244
§ 118. La particella si dà alla terza persona singolare del verbo intransitivo una certa pluralità indeterminata. 245
§ 119. La particella si può essere riguardata talora quasi come solo vezzo (I) di lingua. 247
§ 120. LE PERE. 250
§ 121. Delle Congiunzioni. 253
§ 122. DI, indizio di relazione, ossia Preposizione. 256
§ 123. A, indizio di relazione ossia Preposizione. 257
§ 124. DA, indizio di relazione ossia preposizione. 259
§ 125. IN, indizio di relazione ossia preposizione. 260
§ 126. PER, indizio di relazione ossia preposizione. 260
§ 127. CON, indizio di relazione ossia preposizione. 261 
§ 128. SENZA, indizio di relazione ossia preposizione. 202
§ 129. Degli indizj di relazione ossia preposizioni FRA, TRA, INFRA, INTRA. 263
§ 130. Conclusione dei paragrafi antecedenti sugli indizj di relazione detti volgarmente PREPOSIZIONI. 264
§ 131. Gli indizi di relazione ossia preposizioni si accoppiano talora agli articoli. 265
§ 132. Indizio di relazione ossia preposizione A congiunta all'articolo. 266
§ 133. DA congiunto all'articolo. 267
§ 134. IN congiunto agli articoli. 268
§ 135. PER congiunto all'Articolo. 269
§ 136. CON congiunto all'Articolo. 270
§ 137. Delle voci compendiose, ossia degli avverbj che esprimono una preposizione ed un nome. 271
§ 138. Delle voci compendiose ossia degli avverbj che esprimono una preposizione, un nome, ed un aggiuntivo. 273
§ 139. Delle voci compendiose ossia degli avverbj che esprimono un concetto compiuto. 274
§ 140. Conclusione dei tre paragrafi antecedenti. 276
§ 141. Quante siano le specie delle parole che si usano nel parlare; cioè quante siano le parti del discorso. 277
§ 142. FAVOLA. 279
§ 143. Quale sia l'ufficio delle parole. 282
§ 144. Cosa siano le idee. 282
§ 145. L'esposizione delle idee fra loro slegate non esprime alcuna cosa con vera chiarezza e precisione. 284
§ 146. Cosa sia un concetto della mente. 285
§ 147. L'esposizione di un concetto chiamasi Proposizione. 286
§ 148. La prima delle idee che costituiscono un concetto può dirsi SOGGETTO. 287
§ 149. La seconda idea in un concetto può chiamarsi ATTRIBUTO. 288
§ 150. Il giudizio della mente che l'attributo conviene o disconviene al soggetto compie il concetto della mente. 289
§ 151. Conclusione che dimostra quali nomi convengano a ciascuna parte ond'è formato il concetto. 290
§ 152. Conclusione che dimostra quali nomi convengano alle parti ond'è formata la Proposizione gramaticale. 291
§ 153. Frequentissimamente una voce sola esprime il giudizio, e l'attributo di una Proposizione. 292
§ 154. Ogni verbo esprime il verbo ESSERE ed un aggiuntivo. ESSERE è il solo verbo veramente necessario. 294
§ 155. Conclusione sui tre paragrafi antecedenti. 295
§ 156. Un solo verbo può talora esprimere tutta intera la Proposizione. 295
§ 157. La Proposizione è talora espressa da un solo nome ossia dal soggetto. 297
§ 158. La Proposizione è talora espressa da un solo aggiuntivo, ossia dall'ATTRIBUTO. 298
§ 159. Quando il verbo della Proposizione è transitivo, si deve esprimere anche l'oggetto a cui l'attributo è rivolto. 299
§ 160. Nelle proposizioni in cui il verbo è transitivo, il soggetto può chiamarsi AGENTE. 302
§ 161. In una Proposizione in cui il verbo è transitivo, l'oggetto a cui è rivolta l'azione significata dal verbo si può dire PAZIENTE. 304
§ 162. Non muta la dottrina antecedente quantunque il verbo transitivo prenda la forma rovescia, ossia la declinazione passiva. 306
§ 163. Tornasi sull'argomento che dimostra come la Proposizione si toglie talora alcuna voce pella necessaria chiarezza dell'attributo. 308
§ 164. Si dimostra come la Proposizione possa prenders alcuna voce per addurre chiarezza nel soggetto. 309
§ 165. Tanto al soggetto, quanto all'attributo di una Proposizione possono essere aggiunte molte voci onde conseguire precisione e chiarezza. 311
§ 166. Tanto al soggetto quanto all'attributo di una Proposizione possono essere aggiunte per chiarezza altre intere proposizioni. 314
§ 167. La Proposizione da cui dipendono le altre si dice Proposizione principale; quelle che dipendono si dicono Proposizioni dipendenti. 316
§ 168. Anche le Proposizioni dipendenti possono pigliarsi con se altre Proposizioni per rendere più chiaro specificato, o il loro soggetto, o il loro attributo. 318
§ 169. Si fa prova di specificare tutte le proposizioni in un lungo periodo. 319
§ 170. La collocazione delle parole in una Proposizione, non è obbligata ad ordine determinato. 325
§ 171. Dimostrasi cosa sia periodo. 326
§ 172. Ogni proposizione potrebbe essere un periodo, ma non lo è sempre. 327
§ 173. Conclusione del libro nella quale è detto cosa sia Gramatica. 330

APPENDICE. 331

Compilatore: Demis Galli

Promotori del progetto

Unistrasi Unimi Unipi Unitus

Partner

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