Parola e comunicazione

Educazione all'uso della lingua e alla riflessione linguistica nella scuola media

Autore:
Altieri Biagi Maria Luisa | Altieri Biagi Maria Luisa

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Indice

PARTE 1 

Presentazione (p. 3)

Parte prima – LINGUA, PENSIERO, COMUNICAZIONE 

1.     La lingua come strumento del pensiero (p. 7)

1.     I nomi servono a «pensare» le cose (p. 7)

2.     L’uomo potrebbe «pensare» senza una lingua? (p. 12)

2.     La lingua come mezzo di comunicazione (p. 19)

1.     Gli uomini hanno bisogno di comunicare (p. 19)

2.     Comunicare «mostrando» degli oggetti (p. 20)

3.     Comunicare per mezzo di gesti (p. 22)

4.     Comunicare per mezzo di immagini (p. 25)

5.     Comunicare con segnali luminosi, sonori, ecc. del tipo sì/no (p. 31)

6.     Comunicare con segni verbali (p. 32)

3.     Caratteristiche della lingua (p. 36)

1.     La lingua fa parte della storia degli uomini (p. 36)

2.     La lingua viene continuamente «ricreata» dagli uomini (p. 40)

3.     Nessuno potrà mai conoscere «tutta» la lingua (p. 43)

4.     La lingua può parlare di tutto, anche di se stessa (p. 48)

5.     La lingua orale può essere «tradotta» in lingua scritta (p. 50)

6.     Conclusione (p. 55)

4.     La lingua come forma di azione (p. 56)

1.     Agire con le parole (p. 56)

2.     La «pubblicità» è maestra in fatto di funzione conativa (p. 59)

3.     Altre azioni linguistiche: desiderare, sperare, promettere… (p. 65)

4.     Agire linguisticamente in base alla persona su cui agiamo (p. 66)

5.     Agire linguisticamente in base alla situazione comunicativa (p. 68)

6.     Facciamo uno schema dell’«atto» comunicativo (p. 69)

7.     Concludiamo la prima parte del libro (p. 73) 

Parte seconda – IL LESSICO 

1.     Dalla preistoria alla storia (p. 77)

1.     Le parole sono i «materiali» per costruire la lingua (p. 77)

2.     Come, quando, dove è nata la «parola»? (p. 79)

3.     Riflettiamo sulla differenza tra «indizio» e «segnale» (p. 81)

4.     Dall’imitazione di suoni e rumori alla parola? (p. 83)

5.     Nasce una parola. Poi da lei ne nascono altre (p. 85)

6.     Inventata una parola, le possiamo far fare molti «servizi» (p. 91)

7.     «Derivazione» + «metafora» (p. 96)

8.     Composizione di parole (p. 101)

2.     Rapporti di significato tra parole (p. 103)

1.     Esistono parole che hanno lo stesso significato? (p. 103)

2.     Parole di significato opposto (p. 107)

3.     Parole con significati più o meno ampi (p. 108)

4.     Parole che, con il loro significato, «mettono in fila» (p. 112)

5.     La «rete» dei significati (p. 115)

3.     Rapporti di forma tra parole (p. 120)

1.     Ordinamento alfabetico (p. 120)

2.     Le rime (p. 124)

3.     L’anagramma (p. 127)

4.     Pure e semplici somiglianze di forma (p. 129)

4.     Rapporti di forma e di significato (p. 131)

1.     La funzione del suffisso (p. 131)

2.     Le parole si posson dividere in «monemi» (p. 135)

3.     Tutti «monemi», ma di tipo diverso (p. 137)

4.     Classificazione delle parole (per forma e per significato) (p. 140)

5.     I «suoni» che compongono le parole (p. 145)

1.     Individuiamo questi «suoni» e ribattezziamoli «fonemi» (p. 145)

2.     I fonemi della nostra lingua (p. 147)

3.     Il nostro alfabeto è difettoso (p. 150)

4.     Torniamo alla lingua parlata: come si «eseguono» i fonemi? (p. 153)

5.     Come si eseguono i fonemi vocalici e i fonemi consonantici (p. 155)

6.     Concludiamo questa seconda parte del libro (p. 158) 

Parte terza – LE STRUTTURE SINTATTICHE 

1.     Dal «testo» all’«enunciato» (p. 163)

1.     Che cosa intendiamo per «testo»? (p. 163)

2.     Un testo può essere diviso in parti (p. 165)

3.     Che cosa c’è dentro al capoverso? (p. 173)

4.     Dopo averlo «fatto a pezzi», torniamo al testo (p. 178)

2.     L’enunciato (p. 183)

1.     Di che cosa è «fatto» un enunciato? (p. 183)

2.     La scelta, o selezione, delle parole (p. 185)

3.     La combinazione delle parole (p. 188)

4.     Sono rigide queste regole di combinazione? (p. 190)

5.     Una riflessione importante, prima di concludere (p. 198)

3.     Vari tipi di enunciato (la frase) (p. 199)

1.     Enunciato/frase (p. 199)

2.     Come è formata una frase (p. 201)

3.     Un’osservazione sul funzionamento di soggetto e predicato (p. 203)

4.     A quale posto sta (di solito) l’informazione «nuova» (p. 206)

5.     Una conclusione importante (p. 208)

6.     Altri tipi di enunciato (p. 211)

4.     Dentro la frase: il soggetto (p. 213)

1.     Che cosa significa la parola «soggetto» (p. 213)

2.     Parole che «etichettano» le cose (p. 214)

3.     Impariamo a riconoscere il soggetto dalle sue caratteristiche (p. 217)

4.     Il gruppo del soggetto (p. 219)

5.     Come può essere composto il gruppo del soggetto (p. 222)

6.      Collocazione delle determinazioni e accordo morfologico (p. 225)

7.     «Espansioni» del soggetto (p. 225)

5.     Dentro la frase: il predicato (p. 228)

1.     Che cosa significa la parola «predicato» (p. 228)

2.     Come è formato un predicato (p. 229)

3.     Ora sappiamo «smontare» qualsiasi frase in due «gruppi» (p. 230)

4.     Collocazione e accordo morfologico (p. 232)

6.     Ancora sul predicato

1.     Predicato a un argomento e predicato a due argomenti (p. 235)

2.     Predicato a un argomento (p. 237)

3.     Predicati a due argomenti (p. 238)

4.     Due tipi di predicati e due modi per esplorare il mondo (p. 242)

7.     Dentro al predicato (p. 243)

1.     Verbo + determinazione-oggetto (diretto) (p. 243)

2.     Una caratteristica della determinazione-oggetto diretto (p. 245)

3.     Verbo + determinazione oggetto indiretto (o di termine) (p. 247)

4.     Verbo + determinazione di specificazione (p. 249)

5.     La collocazione delle determinazioni (p. 250)

8.     Altre determinazioni specificanti (p. 252)

1.     Determinazioni specificanti il luogo (p. 252)

2.     Determinazioni specificanti il tempo (p. 254)

3.     Determinazioni specificanti varie «circostanze» dell’azione (p. 255)

4.     Determinazioni specificanti il rapporto del soggetto con un altro elemento (p. 257)

5.     Determinazioni specificanti la qualità e la quantità (p. 258)

6.     Determinazione specificante la materia (p. 259)

7.     Determinazione specificante l’argomento (p. 260)

8.     Determinazioni specificanti la colpa e la pena (p. 261)

9.     Un’osservazione sulle determinazioni (p. 262)

10.  Determinazioni ed espansioni (p. 263)

9.     Enunciato/periodo (p. 266)

1.     Più di una frase, fra due segni di interpunzione forte (p. 266)

2.     Esercitiamoci a scegliere il «legame» più adatto (p. 268)

3.     Due modi per «legare» e due tipi di «legami» (p. 269)

4.     I vantaggi della subordinazione (p. 272)

5.     Come si fa la coordinazione (p. 273)

6.     Come si fa la subordinazione (p. 275)

7.     Concludiamo con una osservazione (p. 279)

10.  Vari tipi di dipendenti (I) (p. 282)

1.     Dipendenti causali (p. 282)

2.     Dipendenti finali (p. 285)

3.     Dipendenti consecutive (p. 287)

4.     Dipendenti temporali (p. 289)

5.     Dipendenti condizionali (p. 291)

6.     Dipendenti concessive (p. 293)

11.  Vari tipi di dipendenti (II) (p. 295)

1.     Dipendenti relative (p. 295)

2.     Dipendenti interrogative (indirette) (p. 297)

3.     Altre dipendenti (di diversi tipi) (p. 298)

4.     Due dipendenti molto importanti: oggettiva e soggettiva (p. 299)

Parte quarta – DESCRIZIONE MORFOLOGICA

1.     I nomi (o segni sostantivi) (p. 305)

1.     Impariamo a riconoscerli (p. 305)

2.     Raggruppiamo i nomi a seconda della loro forma (p. 311)

3.     Gli articoli (p. 314)

4.     Un’osservazione importante sugli articoli (p. 318)

5.     Un’ultima riflessione sui nomi (p. 322)

2.     Gli aggettivi (o segni attributivi del nome) (p. 326)

1.     Come funzionano (p. 326)

2.     L’accordo morfologico (p. 332)

3.     La posizione dell’aggettivo (p. 335)

4.     Vari tipi di aggettivi (p. 338)

5.     Aggettivi qualificativi (p. 340)

6.     Aggettivi possessivi (p. 343)

7.     Aggettivi dimostrativi (p. 345)

8.     Aggettivi identificativi (p. 346)

9.     Aggettivi indefiniti (p. 347)

10.  Aggettivi interrogativi (p. 350)

11.  Aggettivi numerali (p. 351)

3.     I pronomi (o segni sostituenti) (p. 355)

1.     Che cosa sostituiscono (p. 355)

2.     Sostituenti (o pronomi) personali (p. 358)

3.     Sostituenti relativi (p. 362)

4.     Altri tipi di sostituenti (p. 365)

4.     I verbi (o segni verbali) (p. 372)

1.     Che cosa significano e come funzionano (p. 372)

2.     Il verbo ha forme diverse per segnalare la «persona» (p. 376)

3.     Può anche darsi che la «persona» non ci sia (verbi «impersonali») (p. 380)

4.     La forma del verbo segnala anche il «modo» e il «tempo» (p. 382)

5.     «Modi» e «tempi» del verbo (p. 384)

1.     Quattro atteggiamenti del parlante e quattro modi «finiti» (o personali) (p. 384)

2.     Tre modi «indefiniti» (o impersonali) (p. 388)

3.     I tempi del verbo (al modo indicativo): quattro tempi «semplici» (p. 392)

4.     I tempi del verbo (al modo indicativo): quattro tempi «composti» (p. 397)

5.     I tempi degli altri modi (p. 401)

6.     Funzionamento (transitivo o intransitivo) dei verbi e la loro «direzione» (p. 406)

1.     Funzionamento transitivo o intransitivo (p. 406)

2.     Direzione «attiva» e direzione «passiva» (p. 410)

3.     Non tutti i verbi hanno la direzione passiva (p. 412)

4.     Come si fa la trasformazione da attivo in passivo (e viceversa) (p. 413)

5.     Un caso particolare di direzione attiva e di funzionamento transitivo (p. 415)

6.     Conclusione (p. 418)

7.     L’ «aspetto» del verbo (p. 419)

1.     Che cosa si intende per «aspetto» del verbo (p. 419)

2.     Osservazioni sui verbi «momentanei» e sui verbi «durativi» (p. 421)

3.     Tutti i verbi possono assumere l’aspetto iterativo (p. 423)

4.     La coniugazione (p. 425)

5.     Prospetto delle tre coniugazioni regolari (p. 428)

8.     Avverbi (o segni attributivi del verbo) (p. 437)

1.     Come funzionano (p. 437)

2.     Vari tipi di avverbi (p. 439)

3.     Gradi di comparazione e forme alterate (p. 441)

4.     Locuzioni avverbiali (p. 442)

5.     Collocazione dell’avverbio e accordo morfologico (p. 442)

6.     Qualche osservazione, per concludere (p. 444)

9.     Congiunzioni e preposizioni (o segni funzionali) (p. 447)

1.     Come funzionano (p. 447)

2.     Due tipi di segni funzionali: coordinanti e subordinanti (p. 450)

3.     Funzionali coordinanti (p. 451)

10.  Funzionali subordinanti (p. 455)

1.     Qualche osservazione sul modo in cui funzionano (p. 455)

2.     Il «significato» dei funzionali subordinanti (p. 458)

3.     Funzionali subordinanti (o preposizionali) fusi con l’articolo (p. 465)

4.     Altri funzionali subordinanti (p. 466)

5.     Funzionali che subordinano intere frasi (p. 467)

6.     Un’osservazione conclusiva (p. 469) 

Parte quinta – LA LINGUA NEL TEMPO 

1.     Dall’italiano di oggi al latino di 2000 (e più) anni fa (p. 473)

1.     Andiamo indietro di un secolo, attraverso le «generazioni» (p. 473)

2.     Indietro di dieci secoli, cioè di un millennio (p. 476)

3.     Indietro di altri 1000 anni, e arriviamo in piena Roma (p. 477)

4.     Lingua scritta e lingua parlata (p. 479)

Esercizi (p. 480)

2.     Dal latino di 2000 (e più) anni fa all’«indoeuropeo» (p. 487)

1.     Da dove viene il latino? (p. 487)

2.     Tre domande senza risposta sicura (p. 489)

3.     Facciamo un po’ di conti (p. 490)

4.     Facciamoci una domanda (p. 490)

Esercizi (p. 492)

3.     Gli indoeuropei in Italia incontrano i «mediterranei» (p. 495)

1.     Varie ondate di indoeuropei in Italia (p. 495)

2.     Quegli indoeuropei che furono i latini (p. 498)

3.     I romani al di là delle Alpi (p. 499)

Esercizi (p. 501)

4.     Dal latino all’italiano (p. 504)

1.     Il latino parlato si modifica continuamente (p. 504)

2.     Cambiamenti di forma delle parole (p. 504)

3.     Cambiamenti nel vocabolario (p. 506)

4.     Novità venute da paesi stranieri (p. 509)

Esercizi (p. 510)

5.     Mille anni di storia della nostra lingua (I) (p. 515)

1.     Primi documenti (fine del X secolo – fine dell’XI secolo) (p. 515)

2.     Sette secoli fa (p. 516)

3.     Ma perché fu «scelto» proprio il volgare toscano? (p. 520)

4.     Scelta una parlata volgare come «lingua», le altre parlate diventano «dialetti» (p. 521)

5.     Quando è avvenuto tutto questo? (p. 523)

Esercizi (p. 524)

6.     Mille anni di storia della nostra lingua (II) (p. 527)

1.     L’italiano «prende» parole da altre lingue (p. 527)

2.     L’Italia unita e l’unità linguistica (p. 530)

3.     I dialetti sono vivi (p. 531)

4.     Gli italiani regionali (p. 531)

5.     Esiste l’italiano-italiano, cioè l’italiano «nazionale»? (p. 535)

Esercizi (p. 534)

 

PARTE 2 – APPENDICE. GUIDA ALL’ANALISI DEI TESTI 

Presentazione (p. 3)

1.     Testi orali (p. 5)

1.     Un dialogo tra adulti (p. 5)

2.     Un dialogo tra bambini (p. 6)

3.     Dialogo televisivo tra un professore di medicina e una signora (p. 8)

Esercizi (p. 10)

2.     Testi scritti per essere «visti» (la lingua della pubblicità) (p. 14)

1.     «Testo» e immagine (p. 14)

2.     La lingua che gioca con se stessa (p. 16)

3.     Altre astuzie linguistiche della pubblicità (p. 17)

Esercizi (p. 19)

       3. Testi scritti e «pagati» (p. 26)

1. Il telegramma (p. 26)

2. L’annuncio economico sul giornale (p. 28)

Esercizi (p. 30)

       4. Testi giuridico-burocratici (p. 35)

1. Un verbale di polizia (p. 35)

2. L’ «antilingua» invade la lingua (p. 37)

3. Un testo di legge (p. 38)

Esercizi (p. 39)

       5.   Testi scritti per «informare» (p. 45)

1. La cronaca giornalistica (p. 43)

2. Un testo di divulgazione scientifica (p. 45)

3. Un testo scolastico (p. 47)

Esercizi (p. 49)

       6. Testi letterari (p. 55)

1. Un brano di prosa (p. 55)

2. Una poesia di Montale (p. 61)

3. Una poesia di Quasimodo (p. 65)

Esercizi (p. 68)

 

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