Penso e ragiono

Grammatichetta divertente per lo scolaro

Autore:
Rosario Bonanno | Bonanno Rosario

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Indice

2. Come si ordina il pensiero p. 8

3. Analisi grammaticale p. 11

4. Analisi logica p. 12

5. Impara a conoscere le congiunzioni p. 12

6. Il verbo: i modi e i tempi p. 14

7. Verbi regolari p. 15

8. Esempio di coniugazione nei soli tempi semplici p. 15

9. Le congiunzioni subordinate p. 18

10. La preposizione semplice ed articolata p. 20

11. Principali complementi p. 23

12. Verbi transitivi p. 26

13. Continuazione della coniugazione dei verbi p. 27

14. Verbi intransitivi p. 29

15. Verbi riflessivi p. 30

16. Verbi irregolari p. 30

17. Il complemento di agente p. 34

18. Il predicato nominale p. 35

19. Avverbio p. 36

20. Esclamazione p. 37

21. Riepilogo p. 37

22. Le fatiche per parlare e scrivere correttamente p. 45

 

 

 

Testo in formato elettronico

Indice

2. Come si ordina il pensiero p. 8

3. Analisi grammaticale p. 11

4. Analisi logica p. 12

5. Impara a conoscere le congiunzioni p. 12

6. Il verbo: i modi e i tempi p. 14

7. Verbi regolari p. 15

8. Esempio di coniugazione nei soli tempi semplici p. 15

9. Le congiunzioni subordinate p. 18

10. La preposizione semplice ed articolata p. 20

11. Principali complementi p. 23

12. Verbi transitivi p. 26

13. Continuazione della coniugazione dei verbi p. 27

14. Verbi intransitivi p. 29

15. Verbi riflessivi p. 30

16. Verbi irregolari p. 30

17. Il complemento di agente p. 34

18. Il predicato nominale p. 35

19. Avverbio p. 36

20. Esclamazione p. 37

21. Riepilogo p. 37

22. Le fatiche per parlare e scrivere correttamente p. 45

 

 

 

Penso e ragiono
GRAMMATICHETTA DIVERTENTE
TESTO E PUPAZZETTI 
DI 
ROSARIO M. BONANNO
EDIZIONI DELLA PIRAMIDE
/ BEGIN page I/
R. M. BONANNO
Penso e ragiono
GRAMMATICHETTA DIVERTENTE 
PER LO SCOLARO
/ BEGIN page III/
PRESENTAZIONE
Il presente volumetto non è un
libro scolastico. È un sussidio
didattico ove il pupazzetto non
illustra il testo, ma è esso stes-
so testo. Superando i limiti del
tradizionale conformismo, l’ap-
prendimento delle prime nozio-
ni grammaticali trova, nelle
pagine di questo modestissimo
lavoretto, un naturale com-
plemento armonico di quanto
è stato acquisito con le altre
materie di studio, e si risol-
ve in un mezzo suggestivo che
esalta i valori umani con un
andamento storico, morale e
sociale.
/ BEGIN page III/
Penso e ragiono
GRAMMATICHETTA DIVERTENTE
PER LO SCOLARO
TESTO E PUPAZZETTI 
DI 
ROSARIO M. BONANNO
EDIZIONI DELLA PIRAMIDE
/ BEGIN page IV/
 
Esempio: Il cane abaia. La mama fa le dolci. Come hai notato 
vi sono errori di ortografia: « abaia » invece di « abbaia »; di morfologia:
« le » invece di « i »; e di proprietà di linguaggio: « fa » invece di « prepa§
ra » « i dolci ». Infine il discorso è sconclusionato perchè non c'è relazione 
tra il cane che abbaia e la mamma che prepara i dolci.
Un ragazzo con idee chiare e con il pensiero bene ordinato, invece, 
costruirebbe con un certo garbo e con chiarezza logica, nel modo se§
guente come se, parlando o scrivendo, dicesse:
La mamma prepara i dolci e mia sorella l'aiuta nelle faccende
domestiche.
Questo discorso è corretto perchè ogni œ concorda
e il pensiero ha relazioni logiche in ogni parte.
Facciamo l'analisi grammaticale per renderci conto che il discorso
è corretto e senza errori di grammatica:
 
la = articolo determinativo, femminile, singolare, che con§
corda con
mamma = nome femminile, singolare.
Prepara = verbo preparare, modo indicativo, tempo presente,
persona 3a singolare perchè si riferisce alla terza per§
sona mamma
i = articolo determinativo, maschile, plurale perchè con§
corda con 
 
/ BEGIN page V/
 
dolci = nome di cosa, genere maschile, numero plurale
e = congiunzione, parte invariabile, che congiunge la pri§
ma proposizione « la mamma prepara i dolci » con 
la proposizione seguente.
mia = aggettivo possessivo femminile, singolare che si ag§
giunge e concorda con
sorella = nome di genere femminile singolare
l' (cioè la) = pronome (fa le veci del nome: « mamma ») di genere
femminile, numero singolare
aiuta = verbo aiutare, modo indicativo, tempo pre§
sente, persona 3ª singolare che concorda con « sorella »
nelle = preposizione articolata di genere femminile, numero 
plurale, che mette in relazione il verbo aiutare con il 
nome « faccende »
faccende = nome femminile, plurale
domestiche = aggettivo qualificativo che concorda col nome a « fac§
cende » genere femminile, numero plurale.
 
Nelle due proposizioni « La mamma prepara i dolci » e « mia 
sorella l'aiuta nelle faccende domestiche », il verbo prepara è di modo 
indicativo e di tempo presente come l'altro verbo aiuta, perchè le due 
azioni, di preparare e di aiutare, si svolgono nello stesso modo e nello 
stesso tempo. La corretta relazione fra le proposizioni di un periodo si 
di ce  sintassi.
Avendo i cubetti a disposizione ed esercitandosi continuamente, si 
acquista una certa abilità nel creare costruzioni di buon gusto che diver§
tono ed educano.
Lo stesso avviene con il discorso: avendo le parole a disposizione 
ed esercitandosi continuamente, si creano pensieri ordinati che, disposti 
con una certa eleganza, destano la simpatia delle persone che discorrono 
con noi e ci fanno acquistare maggior fiducia verso noi stessi, rendendoci
uomini veramente liberi. 
 
 
/ BEGIN page VI/
 
2
 
COME SI ORDINA IL PENSIERO
 
Prima di cominciare a costruire con i cubetti devo pensare a quello
Che dovrò fare: cioè dovrò scegliere un soggetto.
 
Esempio: Un arco
 
Un arco è il soggetto di quello intendo costruire, ma, se fra
tutte le specie di arco intendo costruire un arco di chiesa, allora dovrò
modificare la costruzione come segue: 
 
Mentre se desidero un arco di trionfo, dovrò ancora modificare così: 
/ BEGIN page VII/
 
Il soggetto: un arco viene completato, successivamente, con le pa§
role: « di chiesa» o « di trionfo ». Cioè per mezzo della preposizione 
semplice « di » specifico il tipo di arco che voglio costruire.
Perciò « di chiesa» è un complemento di specificazione del sog§
getto.
Per una spinta involontaria l'arco non si regge più, cioè: l’arco
cade
Il soggetto ARCO compie un’azione: quella del « cadere ». La pa§
rola cade si dice predicato verbale.
Con la PROPOSIZIONE « l’arco cade » concludo un breve 
pensiero; per tal ragione dirò che ho terminato un PERIODO e metto 
come segnale (.) un punto: « l'arco cade ».
Ma coloro che parlano, dicono tutto quello che vedono o che hanno
interesse di dire. Un altro avrebbe potuto dire benissimo:
L'arco / cade / sul tavolo.
cioè avrebbe formato un periodo con tre elementi:
il soggetto (l’arco); il predicato (cade) ed il complemento di luogo 
(sul tavolo); completando il pensiero dell’arco che cade (dove?) sul tavolo.
Per mezzo della preposizione articolata « sul » esprimo un com§
plemento di luogo.
Pensando agli altri archi costruiti che cadono si sarebbe potuto
dire:
Un arco / di trionfo / cade / sul tavolo.
Un arco / di chiesa / cade / sul tavolo.
In questo caso i due PERIODI sono formati da quattro elementi: 
soggetto (un arco); complemento di specificazione (« di trionfo » oppure 
« di chiesa »); predicato (cade); complemento di luogo (sul tavolo).
« Io / raccolgo / i pezzi - caduti ».
Soggetto (Io); predicato verbale (raccolgo); (che cosa raccolgo?) (i
pezzi).
L'azione di raccogliere passa, senza bisogno di preposizioni sem§
plici od articolate, direttamente sull'OGGETTO. Perciò « i pezzi» è un 
COMPLEMENTO OGGETTO; e l'aggettivo « caduti » diventa un AT§
TRIBUTO del complemento oggetto.  
/ BEGIN page VIII/
Riuniamo i due periodi:
« L'arco di trionfo cade sul tavolo. Io raccolgo i pezzi caduti ». In§
vece di separare i due pensieri, è più comodo congiungerli con la CON§
GIUNZIONE « e ». « L'arco di trionfo cade sul tavolo e io raccolgo i 
pezzi caduti ». Così abbiamo espresso un solo PERIODO formato da due
PROPOSIZIONI COORDINATE per mezzo della congiunzione « e ».
La congiunzione si può anche togliere mettendo un punto e vir§
gola (;) : « L'arco di trionfo cade; io raccolgo i pezzi caduti ».
 
L’arco ali trionfo cade - lo raccolgo i pezzi caduti e costruisco una
casetta  
 
Il parlare è come lo svolgersi dei fotogrammi in una filmina.
I periodi possono essere formati da una, due, tre, ecc. ecc. prop§
sizioni separate dalla virgola, dal puno e virgola o dalle congiunzioni.
 
Esempio:
« L'arco di trionfo cade; io raccolgo i pezzi caduti e costrui§
sco una casetta ».
Tutto il periodo è composto da tre proposizioni. Il soggetto delle 
ultime due proposizioni è « io », come si nota dalla presenza del bam§
bino nel 2° e 3° fotogramma.
/ BEGIN page IX/
 
3
 
ANALISI GRAMMATICALE
 
L’ (lo) = articolo determinativo, genere maschile, numero sin§
golare che concorda con
arco = nome comune di genere maschile, numero singolare
di = preposizione semplice che si riferisce a 
trionfo = nome di genere maschile, singolare
cade = verbo cadere, presente indicativo, 3a persona singo§
golare 
io = pronome personale, 1a persona singolare
raccolgo = verbo raccogliere, presente indicativo, 1a persona sin§
golare
i = articolo determinativo, genere maschile, numero plu§
rale che concorda con
pezzi = nome comune, genere maschile, numero plurale 
caduti = aggettivo riferito a pezzi, genere maschile, numero
plurale
e = congiunzione (perchè congiunge la 2ª proposizione
con la 3ª)
costruisco = verbo costruire, presente indicativo, 1ª persona sin§
golare
una = articolo indeterminativo, genere femminile, numero
singolare
casetta = nome comune di cosa, genere femminile, numero sin§
golare.
/ BEGIN page X/
 
4
 
ANALISI LOGICA
 
Analisi della prima proposizione:
 
L’arco = soggetto
di trionfo = complemento di specificazione del soggetto
cade, = predicato verbale
 
Analisi della seconda proposizione coordinata alla prima:
 
io = soggetto
raccolgo = predicato verbale
i pezzi = complemento oggetto
 
caduti; = attributo del complemento oggetto.
 
Analisi della terza proposizione coordinata alla seconda:
 
(io) = soggetto sottinteso
costruisco = predicato verbale
una casetta = complemento oggetto
 
5
 
IMPARA A CONOSCERE LE CONGIUNZIONI
 
Le congiunzioni « congiungono» le parti del discorso con le pro§
posizioni che sono parti di un periodo:
« Io e Paolo siamo amici »: « e » congiunge due parti del discorso: il 
pronome io col nome Paolo ».
/ BEGIN page XI/
« Carlo non è NE' ricco e NEMMENO povero » (congiunzioni di
parti del discorso: nome proprio e aggettivi qualificativi).
« Tu dici CHE ritornerai domani » (congiunzione delle proposi§
ni: « Tu dici » e «ritornerai domani »).
 
La congiunzione è simile al filo impiegato dal sarto. Come il sarto 
attacca i bottoni e i vari pezzi di stoffa con le gugliate di filo, così il di§
scorso attacca le varie parti del discorso e le proposizioni con le con§
giunzioni.
Comincia a imparare le congiunzioni che coordinano:
e- nè - neanche - o - nemmeno - oppure - ovvero - ossia - cioè - così 
pure - infatti - quindi - perciò - tanto da - ma - però - anzi - tuttavia, ecc.
Più che imparare a memoria è necessario comprendere l'uso delle
congiunzioni, ricordando gli esempi che si studiano.
 
Esempi: « Desidero una mela o un albicocco ».
« Questo cane abbaia ma non morde ».
« Non voglio commettere errori nè distrazioni ».
« Ti ho fatto molti regali, perciò non insistere ».
«Mi hai restituito i quaderni e io ti restituisco i libri:
quindi siamo pari ».
 
Le proposizioni coordinate sono costruzioni di pensiero messe una
accanto all’altra senza che luna dipenda dall'altra.
 
Esempio: « Lungo la strada c’erano parecchi alberi e muri alti, ma non
c’erano case ». 
 
/ BEGIN page XI/
Questo pensiero è espresso con un periodo formato da due propo§
sizioni: « Lungo la strada cerano parecchi alberi e muri alti » ma « non.
c'erano case ».
Nella prima proposizione i soggetti « alberi », « muri », con gli at§
tributi « parecchi », « alti », con il predicato verbale « c'erano », e il com§
plemento di luogo « lungo la strada », ci descrivono quanto è disegnato nella 
vignetta. La seconda proposizione, per mezzo della congiunzione ma 
chiarisce, col soggetto « case» e col predicato verbale « non c’erano» 
che il paesaggio descritto ha soltanto alberi e muri.
 
6
 
IL VERBO: I MODI E I TEMPI
 
Prima di parlare delle altre congiunzioni ritorniamo ad un'altra
importantissima parte del discorso: il VERBO.
Il VERBO esprime azioni, cioè fatti.
Le azioni si fanno in un dato MODO ed in un dato TEMPO. Le 
azioni più semplici, più elementari e più economiche si compiono nel 
modo INDICATIVO, cioè nel modo più sicuro.
La CONIUGAZIONE è l'impiego dei modi e dei tempi del verbo.
Per comodità di studio si sono separati i verbi in tre coniugazioni, che 
si riconoscono dalla prima vocale della desinenza del modo infinito nel
tempo presente.
 
 
 
/ BEGIN page XIII/
Il MODO INFINITO PRESENTE è molto facile a riconoscersi, 
perchè esprime l'azione in termini generali, quasi come se volesse dare 
un nome al verbo:
Proteggere - comprare - correre - giuocare - coprire, ecc.
Le vocali A - E - I - aggiunte alla sillaba Re formano le desinenze che di§
stinguono i verbi in: prima coniugazione are, seconda coniugazione ere,
terza coniugazione ire.
Come: AM - ARE, VOL - ERE, DORM - IRE.
 
7
 
VERBI REGOLARI 
 
I verbi regolari sono quelli che si coniugano aggiungendo alle
RADICI le DESINENZE sempre uguali rispetto alle coniugazioni, ai 
modi, ai tempi ed alle persone.
 
Esempio: Voi am - avate del verbo am - are
Voi raccont - avate del verbo raccont - are
Egli tem - erà del verbo tem - ere
Egli cred - erà del verbo cred - ere
 
8
 
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE
NEL SOLI TEMPI SEMPLICI
 
1a ARE (amare) 2a ERE (temere) 3a IRE(sentire)
MODO INFINITO
TEMPO PRESENTE
 
Radice Desinenza Radice Desinenza Radice Desinenza
am - are tem - ere sent - ire 
/ BEGIN page XIV/
PARTICIPIO
 
TEMPO PRESENTE 
 
am - ante tem - ente sent - ente
 
TEMPO PASSATO 
 
am - ato tem - uto sent - ito 
 
GERUNDIO SEMPLICE
di PARTICIPIO
 
am - and tem - endo sent - endo 
 
MODO INDICATIVO 
 
PRESENTE  
 
Singolare Singolare Singolare
 
pers 1 io am - o pers. 1 io tem - o pers 1. io sent - o
“ 2 tu am - i “ 2 tu tem - i “ 2 tu sent - i
“ 3 egli am - a “ 3 egli tem - e “ 3 egli sent - e
 
Plurale Plurale Plurale
pers. 1 noi am - iamo pers. 1 noi tem - iamo pers. 1 noi sent - iamo
“ 2 voi am - ate “ 2 voi tem - ete “ 2 voi sent - ite
“ 3 essi am - ano “ 3 essi tem - ono “ 3 essi sent - ono
 
IMPERFETTO  
Singolare Singolare Singolare
io am - avo io tem - evo io sent - ivo
tu am - avi tu tem - evi tu sent - ivi 
egli am - ava egli tem - eva egli sent - iva
/ BEGIN page XV/
 
Plurale Plurale Plurale
noi am - avamo noi tem - evamo noi sent - ivamo
voi am - avate voi tem - evate voi sent - ivate
essi am - avano essi tem - evano essi sent - ivano 
 
PASSATO REMOTO  
 
io am - ai io tem - ei io sent - ii
tu am - asti tu tem - esti tu sent - isti 
egli am - ò egli tem - ette egli sent - ì 
noi am - ammo noi tem - emmo noi sent - immo
voi am - aste voi tem - este voi sent - iste 
essi am - arono essi tem - erono (ettero) essi sent - irono 
 
FUTURO  SEMPLICE 
 
io am - erò io tem - erò io sent - irò 
tu am - erai tu tem - erai tu sent - irai
egli am - erà egli tem - erà egli sent - irà
noi am - eremo noi tem - eremo noi sent - iremo
voi am - erete voi tem - erete voi sent - irete
essi am - eranno essi tem - eranno essi sent - iranno 
 
MODO IMPERATIVO 
 
PRESENTE 
 
am - a tu tem - i tu sent - i tu
am - i colui tem - a colui sent - a colui 
am - iamo noi tem - iamo noi sent - iamo noi
am - ate voi tem - ete voi sent - voi 
am - ino coloro tem - ano coloro sent - ano coloro
 
MODO CONGIUNTIVO 
 
PRESENTE
 
che io am - i che io tem - a che io sent - a 
/ BEGIN page XVI/
» tu am - i » tu tem - a » tu sent - a
» egli am - i » egli tem - a » egli sent - a
» noi am - iamo » noi tem - iamo » noi sent - iamo 
» voi am - iate » voi tem - iate » voi sent - iate 
» essi am - ino » essi tem - ano » essi sent - ano 
 
IMPERFETTO 
 
che io am - assi che io tem - essi che io sent - issi
» tu am - assi » tu tem - essi » che tu sent - issi 
» egli am - asse » egli tem - esse » egli sent - isse 
» noi am - assimo » noi tem - essimo » noi sent - issimo 
» voi am - aste » voi tem - este » voi sent - iste
» essi am - assero » essi tem - essero » essi sent - issero
 
MODO CONDIZIONALE 
 
TEMPO PRESENTE 
 
io am - erei io tem - erei io sent - irei
tu am - eresti tu tem - eresti tu sent - iresti
egli am - erebbe egli tem - erebbe egli sent - irebbe
noi am - eremmo noi tem - eremmo noi sent - iremmo
voi am - ereste voi tem - ereste voi sent - ireste
essi am - erebbero essi tem - erebbero essi sent - irebbero 
 
9
 
LE CONGIUNZIONI SUBORDINATE
 
Quando il sarto attacca i bottoni, ogni bottone è indipendente dal§
l’altro, ma è coordinato all’occhiello. Quando invece il sarto deve cucire 
i vari pezzi di stoffa per confezionare il vestito, ogni pezzo cucito dipende 
dagli altri pezzi: cioè è subordinato a tutti i pezzi del vestito.
Nel cucire il vestito, il surto compie una serie di azioni l’una dipen§
/ BEGIN page XVI/
dente dall'altra (subordinate); c’è un’azione PRINCIPALE fatta in un 
dato MODO e in un certo TEMPO e delle azioni SECONDARIE fatte 
in un altro MODO e in corrispondente TEMPO.
 
Esempio: « Il sarto prende le misure prima che cominci a tagliare la 
stoffa ».
 
« Il sarto prende le misure» azione PRINCIPALE, « comincia a tagliare 
la stoffa » azione SUBORDINATA cioè dipendente da ciò che fa prima 
il sarto.
 
« Il sarto dice al cliente che occorre provare il vestito affinchè ven§
gano riparati i difetti ». Il sarto, per contentare il cliente, compie tre 
azioni:
 
I. – dice Il. - occorre provare III. - vengano riparati
 
L'azione principale è quella che compie nel modo indicativo: « Il 
sarto dice al cliente»; da quello che il sarto dice, dipende: « occorre 
provare il vestito » e da questa 2a proposizione dipende la 3 a: « vengano 
riparati gli eventuali difetti ». Le due proposizioni sono subordinate per 
mezzo delle congiunzioni CHE e AFFINCHE’.
Il verbo della 3ª proposizione « vengano » esprime l’azione di mo§
do congiuntivo, tempo presente. Questo esempio illustra la necessità di 
conoscere bene i diversi MODI del verbo per parlare con chiarezza, saper 
dire quello che si pensa, e capire ciò che si ascolta o si legge.
Capire la differenza tra le proposizioni coordinate e le subordinate 
è facile se le coordinate si immaginano come una successione di foto§
grammi, e le subordinate come diverse azioni che stanno sempre nella 
stessa inquadratura in un solo fotogramma.
 
Mario studia ma pensa ai fratelli
/ BEGIN page XVII/
Esempio: « Mario studia ma pensa ai fratelli che si divertono al mare »
 
Due proposizioni coordinate
1 ª Mario studia 2ª Mario pensa ai fratelli
 
« Mario studia affinchè possa essere promosso ».
La 2ª proposizione (possa essere promosso) è subordinata alla 1ª 
perchè non si può immaginare rappresentata in un altro fotogramma; 
intatti a essere promosso » dipende dalla proposizione principale « Mario
studia ».
 
10
 
LA PREPOSIZIONE SEMPLICE ED ARTICOLATA
 
Le preposizioni sono usate per introdurre i complementi. 
 
Esempio: Io vado a scuola con Teresa
 
/ BEGIN page XVIII/
 
Il soggetto « io » ed il predicato « vado » si completano col com§
plemento di compagnia espresso dalla preposizione semplice con Teresa, e
con il complemento di luogo a scuola (moto a luogo).
 
« L’ortolano coltiva l'orto con la zappa  ». 
 
Il soggetto « l'ortolano » ed il predicato « coltiva » si comple§
tano con due complementi: uno DIRETTO « l’orto », (compl. oggetto), 
perchè l'azione di coltivare cade direttamente (senza preposizioni) sull’og§
getto « orto», e l'altro INDIRETTO (con la zappa) (compl. di mezzo)
espresso dalla preposizione articolata CON LA, perchè il lavoro dell'orto§
lano si compie per mezzo della zappa.
 
« Tu sei uscito da casa ».
Il complemento di luogo è espresso dalla preposizione semplice da
(moto da luogo)
/ BEGIN page XIX/
« Voi cantate per la strada » .
 
Il complemento di luogo è espresso dalla preposizione per (moto
per luogo), cioè: Voi cantate mentre attraversate la strada.
 
« Noi siamo a Catania ».
Noi - soggetto 
siamo - predicato verbale
a Catania - complemento di luogo espresso dalla preposizione a (stato in luogo).
22 
/ BEGIN page XX/
11
PRINCIPALI COMPLEMENTI
Il complemento diretto o complemento oggetto esprime l'azione del
soggetto passante, senza preposizione, direttamente sull'oggetto.
Esempio: « Il contadino lavora la terra». Il complemento oggetto: 
« la terra » è il risultato del lavoro del contadino.
Il solo complemento oggetto è diretto; tutti gli altri complementi 
sono indiretti e si esprimono con le preposizioni semplici o articolate.
 
COMPLEMENTI INDIRETTI
COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE
 
DI MARGHERITE
 
Una pianta DI rose.
Una pianta DI margherite.
 
Il complemento di specificazione può dipendere dal soggetto o da
qualunque altro complemento.
COMPLEMENTO DI TERMINE
 
IO RESTITUISCO A MARIA
/ BEGIN page XXI/
Il complemento di termine indica dove termina l’azione.
Io restituisco il libro a Maria.
 
COMPLEMENTO DI CAUSA
 
Ho perduto il filobus per il segnale del semaforo.
 
COMPLEMENTO DI FINE o SCOPO
 
lo studio per la promozione.
 
COMPLEMENTO DI MODO O MANIERA
 
« Gli uomini entrano in chiesa a capo scoperto, le donne con il velo in
testa »
 
Gli uomini = soggetto
entrano = predicato verbale
in chiesa = complemento di moto a luogo
a capo = complemento di modo o maniera
 
scoperto = attributo del complemento di maniera
Le donne = soggetto
entrano = predicato verbale
in chiesa = complemento di moto a luogo
con il velo = complemento di modo o maniera
in testa = complemento di stato in luogo
 
COMPLEMENTO DI LUOGO
 
Il complemento di luogo è un complemento indiretto. Vi sono
quattro forme di complemento di luogo:
/ BEGIN page XXII/
1° Stato in luogo: Io abito a Catania
 
Io = soggetto
abito = pred. verb.
(dove?) a Catania = compl. di stato in luogo
 
Tu resti in casa
Tu = soggetto
resti = pred. verb.
(dove?) in casa = compl. di stato in luogo
 
2º Moto a luogo: Io vado a Catania
 
lo = soggetto
vado = pred. verb.
a Catania = compl. di moto a luogo
 
3º Moto da luogo: Io parto da Catania
 
lo = soggetto
parto = pred. verb.
(da dove?) da Catania = compl. di moto da luogo
 
4º Moto per luogo: Io passeggio per Catania
 
lo = soggetto
passeggio = pred. verbale
(per dove?) per Catania = compl. di moto per luogo.
 
COMPLEMENTO DI TEMPO
 
« Le rose fioriscono in primavera » (in quale tempo? quando?)
 
Le rose = soggetto
fioriscono = pred. verbale
(quando?) in primavera = compl. di tempo
/ BEGIN page XXIII/
COMPLEMENTO DI COMPAGNIA
« lo vado a scuola con Teresa »
 
Io = soggetto
vado = predicato verbale
a scuola = compl. di moto a luogo
(con chi?) con Teresa = compl. di compagnia
 
12
 
VERBI TRANSITIVI 
 
I verbi transitivi sono quelli che esprimono azioni che passano dal 
soggetto direttamente al complemento oggetto. Nei tempi composti, i verbi 
transitivi si coniugano. col verbo ausiliare avere.
 
« Mario mangia le mele »
Mario = soggetto
mangia = predicato verbale
le mele = compl. oggetto
 
« Mario HA le mele che mangerà», quindi il verbo mangiare è 
un verbo transitivo, perchè per compiere l'azione di « mangiare», Mario
deve avere l’oggetto da mangiare: « le mele ».
 
Presente Passato prossimo
 
Io mangio Io ho mangiato
tu mangi tu hai mangiato
 
I verbi AMARE, TEMERE e SENTIRE che abbiamo coniugato, 
in tutti i modi e nei soli tempi semplici, sono verbi transitivi che 
si coniugano nei tempi composti col modo e col tempo del verbo AVE§
RE e il participio passato del verbo che si coniuga.
26 
/ BEGIN page XXIII/
13
 
CONTINUAZIONE DELLA CONIUGAZIONE DEI VERBI 
 
I TEMPI COMPOSTI 
 
I TEMPI COMPOSTI
 
MODO INFINITO
 
Passato
 
AVERE amato AVERE temuto AVERE sentito
 
GERUNDIO
 
Composto
 
AVENDO amato AVENDO temuto AVENDO sentito 
 
MODO INDICATIVO
 
PASSATO  PROSSIMO
 
Singolare
 
pers 1 Io ho amato Io ho temuto io ho sentito
» 2 tu hai amato tu hai temuto tu hai sentito
» 3 egli ha  amato egli ha temuto egli ha sentito
 
Plurale
 
pers 1 noi abbiamo amato noi abbiamo temuto noi abbiamo sentito
» 2 voi avete amato voi avete temuto voi avete sentito
» 3 essi  hanno amato essi  hanno temuto essi  hanno sentito
/ BEGIN page XXIII/
 
TRAPASSATO  PROSSIMO
 
Io avevo amato Io avevo temuto Io avevo sentito 
tu avevi amato tu avevi temuto tu avevi sentito
egli aveva amato egli aveva temuto egli aveva sentito
noi avevamo amato noi avevamo temuto noi avevamo sentito
voi avevate amato voi avevate temuto voi avevate sentito
essi avevano amato essi avevano temuto essi avevano sentito
 
Io ebbi amato Io ebbi temuto Io ebbi sentito 
tu avesti amato tu avesti temuto tu avesti sentito
egli ebbe amato egli ebbe temuto egli ebbe sentito
noi avemmo amato noi avemmo temuto noi avemmo sentito
voi aveste amato voi aveste temuto voi aveste sentito
essi ebbero amato essi ebbero temuto essi ebbero sentito
 
FUTURO  ANTERIORE
 
Io avrò amato Io avrò temuto Io avrò sentito 
tu avrai amato tu avrai temuto tu avrai sentito
egli avrà amato egli avrà temuto egli avrà sentito
noi avremo amato noi avremo temuto noi avremo sentito
voi avrete amato voi avrete temuto voi avrete sentito
essi avranno amato essi avranno temuto essi avranno sentito
 
 
MODO CONGIUNTIVO 
 
PASSATO  
 
che io abbia am. che io abbia tem. che io abbia sent. 
» tu abbia am. » tu abbia tem. » tu abbia sent.
» egli abbia am. » egli abbia tem. » egli abbia sent. 
» noi abbiamo am. » noi abbiamo tem. » noi abbiamo sent.
» voi abbiate am. » voi abbiate tem. » voi abbiate sent.
» essi abbiano am. » essi abbiano tem. » essi abbiano sent. 
 
28
 
/ BEGIN page XXIV/
TRAPASSATO  
che io avessi am. che io avessi tem. che io avessi sent. 
» tu avessi am. » tu avessi tem. » tu avessi sent.
» egli avesse am. » egli avesse tem. » egli avesse sent. 
» noi avessimo am. » noi avessimo tem. » noi avessimo sent.
» voi aveste am. » voi aveste tem. » voi aveste sent.
» essi avessero am. » essi avessero tem. » essi avessero sent. 
 
MODO CONDIZIONALE
 
PASSATO 
 
io avrei amato io avrei temuto io avrei sentito 
tu avresti amato tu avresti temuto tu avresti sentito
egli avrebbe amato egli avrebbe temuto egli avrebbe sentito
 
noi avremmo amato noi avremmo temuto noi avremmo sentito
voi avreste amato voi avreste temuto voi avreste sentito
essi avrebbero amato essi avrebbero temuto essi avrebbero sentito
 
 
14 
 
VERBI INTRANSITIVI
 
I verbi che esprimono azioni che non passano perchè restano sul
soggetto, sono verbi intransitivi.
L’azione di andare resta nel soggetto « io » the va.
I tempi composti dei verbi intransitivi si coniugano con l'ausiliare
ESSERE.
 
Esempio: lo sono andato.
/ BEGIN page XXV/
15
 
VERBI RIFLESSIVI 
 
 
« lo Mi guardo allo specchio » - « lo mi sono guardato allo specchio »
« Io mi laverò» - « lo mi sarò lavato ».
I verbi riflessivi sono quelli che fanno ritornare le azioni nel soG§
getto. Dato che l'azione resta nel soggetto, anche i verbi riflessivi si coniu§
gano nei tempi composti con l'ausiliare ESSERE.
 
16
 
VERBI IRREGOLARI
 
I verbi irregolari sono quelli che, durante la coniugazione, cam§
biano o la radice, o la desinenza, oppure radice e desinenza.
Sono verbi irregolari i verbi ausiliari: AVERE ed ESSERE.
 
AV - ERE ESS - ERE
 
Presente indicativo
 
lo HO Io SONO
 
Imperfetto indicativo Gerundio semplice
 
lo av - evo ess - endo
 
Come i verbi ausiliari, anche altri verbi (e molti) sono irregolari 
e si impari a coniugarli studiando con attenzione e leggendo buoni libri.
 
Esempio di coniugazione irregolare di un verbo intransitivo
 
/ BEGIN page XXVI/
ANDARE
 
MODO INFINITO
 
PRESENTE PASSATO  
 
and - are essere and - ato
 
PARTICIPIO
 
PRESENTE PASSATO 
 
and - ante and - ato
 
GERUNDIO
 
SEMPLICE COMPOSTO 
 
and - ande essendo and - ato
 
MODO INDICATIVO 
 
PRESENTE  
 
Io vado Io sono andato
tu vai tu sei andato
egli va egli è andato
noi andiamo noi siamo andati
voi andate voi siete andati 
essi vanno essi sono andati
 
IMPERFETTO   TRAPASSATO PROSSIMO
 
Io andavo Io ero andato
tu andavi tu eri andato
egli andava egli era andato
noi andavamo noi eravamo andati
voi andavate voi eravate andati 
essi andavano essi erano andati
 
/ BEGIN page XXVII/
PASSATO REMOTO   TRAPASSATO REMOTO
 
Io andai Io fui andato
tu andasti tu fosti andato
egli andò egli fu andato
noi andammo noi fummo andati
voi andaste voi foste andati 
essi andarono essi furono andati
 
FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE
Io andrò Io sarò andato
tu andrai tu sarai andato
egli andrà egli sarà andato
noi andremo noi saremo andati
voi andrete voi sarete andati 
essi andranno essi saranno andati
 
MODO IMPERATIVO  
 
PRESENTE
 
vai tu
vada colui
andiamo noi 
andate voi 
vadano essi
 
MODO CONGIUNTIVO 
 
PRESENTE PASSATO
 
che io vada che io sia andato. 
» tu vada » tu sia andato. 
» egli vada » egli sia andato. 
» noi andiamo » noi siamo andati
» voi andiate » voi siate andati
» essi vadano » essi siano andati
/ BEGIN page XXVIII/
IMPERFETTO TRAPASSATO 
che io andassi che io fossi andato. 
» tu andassi » tu fossi andato. 
» egli andasse » fosse andato. 
» noi andassimo » fossimo andati
» voi andaste » voi foste andati
» essi andassero » essi fosser andati
 
MODO CONDIZIONALE 
 
PRESENTE PASSATO
Io andrei Io sarei andato 
tu andresti tu saresti andato
egli andrebbe egli sarebbe andato
noi andremmo noi saremmo andati
voi andreste voi sareste andati
essi andrebbero essi sarebbero andati 
 
VERBI ATTIVI 
 
« Il sole illumina e riscalda la terra ».
« Mario va a scuola ».
 
I verbi illuminare, riscaldare e andare, sono attivi perchè l'azione
è fatta direttamente dal soggetto:
 
Il sole = soggetto
illumina e riscalda = pred. verbale
Mario = soggetto
va = pred. Verbale
 
VERBI PASSIVI
 
« La terra è riscaldata dal sole» - « La terra è illuminata dal sole ».
 
Nei verbi passivi il soggetto riceve l’azione.
/ BEGIN page XXVIX/
La terra = soggetto
è riscaldata = pred. verbale 
è illuminata = pred. verbale
I verbi passivi si coniugano sempre col verbo essere.
 
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI VERBO PASSIVO
 
MODO INDICATIVO
 
PRESENTE PASSATO PROSSIMO
Io sono amato Io sono stato amato 
tu sei amato tu sei stato amato 
egli è amato egli è stato amato
noi siamo amati noi siamo stati amati
voi siete amati voi siete stati amati
essi sono amati essi sono stati amati
 
17
 
IL COMPLEMENTO DI AGENTE
 
« Carlo osserva la luna e le stelle »
1a AZIONE ATTIVA: Carlo (soggetto) compie l'azione di osservare.
/ BEGIN page XXX/
« Le stelle e la luna sono osservate da Carlo »
 
2ª AZIONE PASSIVA: Le stelle e la luna (soggetto) sono osservate
 
Non c’è dubbio che chi osserva (chi AGISCE o chi fa l'azione) 
è sempre Carlo tanto nel 1° caso quanto nel 2°, però le cose sono dette 
con due immagini diverse: nella 1ª (ATTIVA) Carlo osserva direttamen§
te; nella 2ª (PASSIVA) Carlo osserva ricevendo l'azione. Ma sempre Car§
lo fa l’azione di osservare. DA  CARLO» è un COMPLEMENTO D’A§
GENTE, mentre « la luna e le stelle » sono SOGGETTO PAZIENTE, cioè 
soggetto che riceve, che patisce l’azione.
 
18 
 
IL PREDICATO NOMINALE
 
1º « L’aquila, il passero e la rondine volano ».
L’aquila, il passero e la rondine (soggetto) volano (pred. verbale)
20 « L’aquila, il passero e la rondine sono uccelli .
L’aquila, il passero e la rondine (soggetto) sono (copula) uccelli (PRED.
/ BEGIN page XXXI/
NOMINALE, perchè il predicato che dice quello che sono l'aquila, il 
passero e la rondine, non è un verbo ma un nome). La parola sono, che 
accoppia il soggetto con il predicato nominale, si dice copula.
 
3° « I cipressi sono alti ».
 
I cipressi (soggetto) sono (copula) alti (PRED. NOMINALE, che, pur es§
sendo un aggettivo, sottintende il nome ALBERI).
3° a Anche tu diventerai adulto ».
 
Tu (soggetto) diventerai (copula) adulto (PRED. NOMINALE).
 
I verbi che non esprimono azioni compiute sono chiamati verbi
copulativi e si uniscono al predicato nominale.
 
19 
 
AVVERBIO 
 
« Pasquale mangia MOLTO ». - L'avverbio modifica il verbo.
« Maria è DAVVERO carina». - L'avverbio modifica l'aggettivo.
« Nino cammina TROPPO distrattamente». - L'avverbio modifica un altro 
avverbio.
L’avverbio è una parte invariabile del discorso che esprime in
quale modo o maniera viene fatta l'azione:
 
« Cammino LENTAMENTE ». - « Mangiare AVIDAMENTE ». « Uscire
A PIEDI ».
 
o esprime luogo: Fermati là - corri lì - ti trovo ovunque 
oppure tempo: Arrivarono ieri - torna subito - aspetta ancora un giorno 
o quantità: Parla poco e ascolta di più.
Afferma: Sì, certamente verrò. Nega: No, non so nulla.
/ BEGIN page XXXII/
 
20
 
ESCLAMAZIONE
L’esclamazione (o interiezione) è  un’altra parte invariabile del di§
corso. Le esclamazioni sono espressioni di stato d’animo: paura, dolore,
allegria, meraviglia, indignazione. 
 
21
 
RIEPILOGO
 
LE PARTI VARIABILI DEL DISCORSO 
 
NOME
 
Il nome è un segnale parlato per indicare il sostantivo.
Il sostantivo è quello che c’è nella realtà. 
/ BEGIN page XXXIII/
IL NOME CONCRETO
Tutti i nomi o sostantivi che indicano persone, animali, cose ecc.
che si vedono, si odono, si odorano, si gustano e si toccano, sono nomi
concreti. 
 
Esempi: Uccello, musica, fiori, cibo, animale ecc.. Aria è nome concreto
 
Perché la senti col tatto e con gli organi della respirazione. 
 
I NOMI ASTRATTI 
Il bello il brutto
La virtù la malvagità
 
Sono nomi astratti i nomi che esprimono sentimenti, perchè si sen§
tono col cuore, con l’anima, con lo spirito, con l’intelligenza e non con i 
cinque sensi. 
 
I NOMI ALTERATI 
 
Primitivo accrescitivo diminutivo vezzeggiativo dispregiativo
Gatto gattone gattino gattuccio gattaccio
 
I NOMI COMPOSTI
 
Le parole, a furia di stare molto vicino, finiscono con l’affezionarsi 
tanto che finiscono col diventare una parola sola, dando origine ai nomi
composti. I nomi composti hanno i plurali eccezionali: 
 
Singolare Plurale
 
capOstazione capIstazione
capOcuocO capIcuochI
capogirO capogirI
 
 
/ BEGIN page XXXIV/
il portalettere i portalettere
 
Il plurale dei nomi composti si apprende col tempo e con l’esercizio. 
 
L’ARTICOLO DETERMINATIVO 
 
L'articolo concorda con il nome che accompagna nel genere e nel 
numero. Davanti ai nomi maschili che cominciano per « gn» « z »
«s impura » sI mette LO per il singolare e GLI per il plurale.
Lo gnocco; Gli gnocchi; Lo zio; Gli zii: Lo stivale; Gli stivali.
La L’ si adopera davanti ai nomi che cominciano per vocale; il
plurale maschile fa GLI. Il plurale femminile non si apostrofa.
L’amico Gli amici l’amica le amiche
 
PREPOSIZIONE ARTICOLATA 
 
Unendo l’articolo determinativo con le preposizioni semplici si 
hanno le preposizioni articolate che si usano prima del nome con le stesse 
regole dell’articolo.
Nel cielo e nello spazio - Dei primi e degli ultimi - Sull’asino, sul§
l'asina, sulle asine, sugli asini.
 
L'ARTICOLO INDETERMINATIVO
 
L’articolo indeterminativo non ha plurale, si usa solo al singolare
Il maschile usa due forme: UN, UNO.
UN
maschile non si apostrofa perchè diventerebbe femminile.
UNO si adopera davanti ai nomi che cominciano per « gn » « z »
« s impura ».
Un tavolo e una tovaglia.
Uno stelo; uno zero; uno gnomo.
Un altro gatto e un’altra gatta.
 
 
/ BEGIN page XXXV/
 
L'AGGETTIVO QUALIFICATIVO
 
L’aggettivo è la parte del discorso che si aggiunge al nome o per 
dargli una qualità o per determinarlo. Quello che dà la qualità è l'agget§
tivo qualificativo. La qualità può essere più o meno intensa, perciò l’ag§
gettivo qualificativo si esprime con i GRADI:
grado positivo, grado comparativo e grado superlativo.
 
Il superlativo assoluto può formarsi anche ripetendo il grado posi§
tivo: « alto, alto » o aggiungendo un avverbio: « alquanto alto » e « molto 
alto », « alto parecchio » ecc.
 
GLI AGGETTIVI DETERMINATIVI
 
Le parole che si aggiungono ai nomi per determinarli sono gli aggettivi:
POSSESSIVI: Il mio libro - i miei libri
La mia casa - le mie case 
Il nostro orologio - i nostri orologi
La nostra gattina - le nostre gattine.
DIMOSTRATIVI: Questa rosa - codesta casa - quella porta
Queste rose - codeste case - quelle porte
Questo bimbo - codesto tavolo – quell’uccello - quel§
la scatola 
Questi bimbi - codesti tavoli - quegli uccelli - quelle 
scatole.
 
NUMERI CARDINALI: Sette penne - due rane.
NUMERI ORDINALI: Il quarto posto - Quinto libro.
INDEFINITI: Molti ragazzi - ogni giocattolo - qualche fan§
ciullo - quale - cane - alcuni fiori.
 
IL PRONOME
Il pronome fa le veci del nome.
 
/ BEGIN page XXXV/
 
Pronome personale soggetto:
 
io, tu, egli, noi, voi, loro, essi 
io, tu, ella, noi, voi, loro, esse
Pronome personale complemento:
mi, ti, si, lo, lui, ci, vi, loro 
mi, ti, si, le, lei, ci, vi, loro
me, te, se, lo, gli, ce, ve, loro 
me, fe, se, la, ce, ve, loro
 
Esempio: Io ti lodo lo = pronome (soggetto)
ti (te) = compl. oggetto 
lodo = pred. Verbale
 
Noi le regaliamo un libro: Noi = (pronome) soggetto
regaliamo = pred. verbale
un libro = compl. oggetto
le (a lei) = compl. di termine
 
PRONOMI DIMOSTRATIVI 
 
Singolare Plurale
 
maschile femminile maschile femminile
 
questi questa questi queste
quegli quella quelli quelle
costui costei costoro costoro
colui colei coloro coloro
 
PRONOME RELATIVO 
Il pronome relativo è importante perchè ravviva il discorso metten§
do in diretta comunicazione due proposizioni. 
 
1° Il fanciullo CHE arriva è mio fratello.
 
Il pronome relativo CHE fa le veci del nome fratello, in maniera
da non lasciare dubbi.
 
/ BEGIN page XXXVI/
« Il fanciullo arriva »
« (Il fanciullo) è mio fratello ».
Il pronome « CHE » può essere espresso con « il QUALE ».
« Il fanciullo, il quale arriva, è mio fratello ». 
 
2° «Il libro che tu mi hai regalato, sarà offerto alla biblioteca».
Tu mi hai regalato il quale libro.
Nel primo esempio, l’analisi logica chiarisce:
Il fanciullo = soggetto della copula è
che = soggetto del predicato arriva
arriva = pred. verbale (concorda con il soggetto « che »)
è = copula
fratello = pred. nominale
mio = attributo del pred. Nominale
 
Nel secondo esempio, l'analisi logica riesce un po’ difficile e biso§
gna dividere il periodo nelle proposizioni:
Il libro sarà offerto alla biblioteca (propos. principale) CHE tu mi
hai regalato (propos. relativa).
Il libro = soggetto della propos. principale
sarà offerto = pred. verbale riferito al soggetto « libro »
alla biblioteca = compl. di termine
tu = soggetto della propos. relativa
hai regalato = pred. verbale riferito al soggetto « tu ».
mi (a me) = compl. di termine
CHE (il quale libro) = compl. oggetto, perchè « il quale » è pron. relat.
invece del nome libro, oggetto del predicato « hai regalato ».
E’ come se dicessi: tu hai regalato il libro a me.
 
I PRONOMI INTERROGATIVI
I pronomi interrogativi sono molto facili ad essere riconosciuti:
 
« Chi bussa alla mia porta? ».
« Che farà la mamma quando troverà tutto in ordine? »
 
/ BEGIN page XXXVI/
 
Chi = è pronome interrogativo, vuole significare « quale persona ».
Che = è pronome interrogativo e vuole significare « quale cosa ».
 
I PRONOMI INDEFINITI 
 
I pronomi indefiniti si riconoscono con facilità: indicano persone
animali o cose in maniera vaga ed indeterminata.
 
« OGNUNO risponde delle sue azioni ».
« NESSUNO ha il dovere di accusare i propri compagni ».  
« CHIUNQUE si presenterà, sarà bene accolto ».
« ALCUNI vollero un premio in denaro, ALTRI in libri ».
« Non è permesso uscire a CHICCHESSIA ».
 
IL VERBO 
 
Il verbo esprime le intenzioni della volontà, i movimenti dell'anima,
la funzione dei cinque sensi e l'opera delle mani (il fare).
Il verbo si coniuga per mezzo dei modi, dei tempi e delle persone,
al singolare o al plurale.
 
Il verbo attivo è quello che esprime lazione fatta dal soggetto:
Io scrivo. Io sono andato
Il verbo passivo esprime l’azione, sia nei tempi semplici che nei
tempi composti, con la voce del verbo essere:
La lettera era scritta (imperfetto ind.).
La lettera era stata scritta (trapassato pross. indic.).
 
Il verbo transitivo è quello che fa passare l'azione nel comple§
mento oggetto: « Renata copia la lettera ».
/ BEGIN page XXXVII/
I verbi transitivi, nei tempi composti, si coniugano sempre con lo
ausilare avere: « Renata ha copiato la lettera ».
 
Il verbo intransitivo è quello che fa restare l’azione sul soggetto
stesso: Io vado. Io sarò andato.
 
I tempi composti dei verbi intransitivi, in generale, si coniugano
con l'ausiliare essere, qualche volta anche con avere. Per non sbagliare 
bisogna consultare il vocabolario che dice se il verbo è intransitivo e 
quale ausiliare devi usare.
 
LE PARTI INVARIABILI DEL DISCORSO
 
Le parti invariabili del discorso sono quattro:
Avverbio, preposizione semplice, congiunzione ed esclamazione.
 
Le parti invariabili del discorso non si declinano, cioè non hanno
forme speciali per il numero e per il genere.
 
APPOSIZIONE E ATTRIBUTO
 
« IL MONTE ETNA E' UN SUPERBO VULCANO ».
 
« Monte» è un nome che chiarisce di che cosa si tratta parlando del 
nome proprio geografico « Etna ». In analisi logica « Monte » si dice ap§
posizione del soggetto, mentre « superbo», aggettivo qualificativo che si 
aggiunge al nome « vulcano», in alisi  logica si dice attributo.
 
Qualche altro esempio:
 
IL DOTTORE Spampinelli ha comprato un soprabito PESANTE.
 
Dottore = apposizione del nome proprio « Spampinelli »
pesante = attributo del nome soprabito.
 
/ BEGIN page XXXVIII/
 
LE FATICHE PER PARLARE E SCRIVERE CORRETTAMENTE
 
Pensiero in riposo 
 
Nel pensiero in riposo c’è calma e tutti i muscoli del corpo sono
distesi perchè si riposano insieme col pensiero.
 
Pensiero ed attività 
 
Quando il pensiero si sveglia, si mette in attività; tutti i muscoli 
si tendono e vogliono fare quello che il pensiero comanderà.
 
/ BEGIN page XXXIX/
 
Inizia il lavoro
 
Il pensiero vuole costruire una serie coordinata di ponti con arco.
Ma, durante il lavoro, la fantasia si eccita e nella mente si creano 
altre immagini. Si vuole raggiungere una costruzione più ampia, più bella,
più interessante.
 
I primi errori
 
Il pensiero prova una certa sofferenza perchè non può fare quello
che vuole.
I pezzi cascano, si sono commessi alcuni errori che hanno fatto
crollare la costruzione.
 
/ BEGIN page XXXIX/
 
Correzione: si eliminano le cause che hanno fatto crollare i pezzi: 
 
Il pensiero si adatta alle esigenze tecniche del mezzo col quale si
esprime (i cubetti).
 
Gli errori commessi hanno arricchito la mente di esperienza. Il 
pensiero si adatta a costruire non quello che vuole, ma quello che può, 
perchè i cubetti devono essere adoperati in modo da non perdere l'equi§
ibrio.
 
Chi parla o scrive, pensa.
 
Con le idee costruisce immagini che vengono espresse con le pa§
role, con le proposizioni, con i periodi.
 
Quando si parla o si scrive il pensiero si popola di idee, che, per 
essere espresse, devono avere un ordine chiaro e ben guidato, altrimenti 
chi ascolta o chi legge non comprende, oppure comprende male e rispon§
de in modo diverso da quello che si chiede.
Quando si scrive, si fa la « minuta » (brutta copia) che è un foglio
ove si fanno le prove di ciò che si ha in mente di scrivere. Dopo la corre§
zione si copia con ordine e chiarezza.
 
Il settimo giorno, Iddio compì l'opera che aveva fatta e si riposò.
E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perchè in esso si riposò 
da tutta l'opera che aveva creata e fatta.

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